I Cambra, band parmense formata nel 2020, hanno rilasciato il loro primo album, “Scatole”, il 2 luglio 2024. Il trio, composto da Giacomo (voce e chitarra), Gianmarco (basso) e Alberto (batteria), si è riunito dopo vari progetti condivisi tra il 2011 e il 2018. Il disco, che segue i singoli “Polvere” e “Immerso”, è pubblicato da Overdub Recordings e distribuito da Ingrooves, Virgin Music e Universal.

Come avete sviluppato la vostra passione per la musica e quali artisti ritenete abbiano maggiormente influenzato il vostro percorso artistico?

Come musicisti ci conosciamo da più di dieci anni. In questo tempo passato insieme abbiamo creato un’identità stilistica comune ben definita, che in “Scatole” trova la sua espressione: in passato abbiamo fatto fatica a capire quale fosse il nostro “campo sonoro”, ma oggi ci sentiamo di averlo trovato. Con questo progetto, siamo passati dalla scrittura in inglese a quella in italiano, prendendo ispirazione principalmente dai Verdena e dai Ministri. Tuttavia, i Biffy Clyro restano la band che ci accomuna e ci appassiona maggiormente.

Qual è il vostro primo ricordo legato al mondo della musica?

Abbiamo tutti background e gusti musicali affini anche se diversi e originali a modo loro.

Ognuno di noi ha avuto esperienze ed “epifanie” diverse: chi la scuola musica, chi l’amico che lo ha spinto a iniziare a suonare, chi l’ambiente familiare.

Parlando del vostro ultimo album “Scatole”, esiste un filo conduttore che unisce le diverse tracce nella tracklist?

Il concetto di “Scatole” si basa sull’idea che una scatola possa rappresentare vari momenti della vita: un inizio, una conclusione, un’attesa o un ricordo messo da parte. Abbiamo immaginato le nostre canzoni come contenitori di emozioni e reazioni al senso di vuoto. Ogni traccia esplora il tema della perdita da prospettive diverse, e tutto è nato in modo molto spontaneo.

L’ordine delle tracce è stato pensato per creare un viaggio emotivo e sonoro coerente. Volevamo che l’ascoltatore potesse attraversare varie sfumature di emozioni e stati d’animo, con una progressione che mantenesse alta l’attenzione e permettesse di apprezzare appieno la dinamica dell’album. Abbiamo lavorato molto per far sì che ogni canzone conducesse naturalmente alla successiva, creando un flusso continuo

Qual è il messaggio che avete cercato di trasmettere attraverso questo lavoro?

Il nostro disco racchiude noi stessi nel vero senso della parola. Scatole appunto come contenitori di sentimenti che riassumono vari fasi e momenti della nostra vita. In piena pandemia abbiamo iniziato la scrittura dei brani e nei pochi momenti in cui riusciamo a trovarci per suonare lo sfogo era immediato e in un certo senso intimo. Il vero compito è stato dare una veste artistico-musicale a queste scatole colme di nostri ricordi 

C’è una canzone in particolare a cui siete profondamente legati o che ha richiesto un processo emotivo più complesso durante la sua creazione?

“Polvere”, il nostro primo singolo pubblicato il 7 maggio scorso, incarna perfettamente lo stile della band e rappresenta un punto di svolta rispetto ai lavori precedenti. La canzone è caratterizzata da pause significative, variazioni dinamiche tra ritornelli e strofe, e linee vocali incisive, pur trattando temi profondamente introspettivi.

La canzone è stata in un certo senso l’apripista per la direzione del disco: è nata razionalizzando e mischiando diverse idee che ci piacevano molto ma che non riuscivamo a sviluppare in modo soddisfacente.

Riuscire a completare questo pezzo è stata l’accelerazione che ci serviva per procedere con tutte le altre.

Nel vostro percorso artistico, quanto considerate fondamentale la ricerca e la sperimentazione di nuove sonorità?

Con “Scatole” sentiamo di aver creato canzoni molto personali che hanno rappresentato un punto di svolta rispetto ai lavori fatti insieme in precedenza.

Guardando al futuro, vogliamo continuare a crescere ed evolverci musicalmente, esplorando nuove direzioni senza limiti di genere. Stiamo già lavorando su nuove tracce che ci entusiasmano molto e dedichiamo molto tempo in sala prove a sperimentare nuove idee basate su ciò che abbiamo già realizzato, partendo da quanto fatto finora per valutare soluzioni alternative.

 

Ci sono anticipazioni o novità che desiderate condividere in anteprima con i nostri lettori riguardo ai vostri prossimi progetti artistici?

L’obiettivo immediato è arrivare a più orecchie possibili attraverso i live: sentiamo di aver scritto canzoni che parlano di noi stessi in maniera molto intima e personale e siamo curiosi di misurarci con chi non ci conosce e vedere come vengono accolte. L’obiettivo per il futuro è proseguire nel percorso di maturazione ed evoluzione musicale della band, non costringendoci all’interno di un genere definito: stiamo già lavorando a nuovi brani, le idee sono parecchie e le prime bozze ci stanno convincendo.

Ci piace stare tanto in sala prove a sperimentare, partendo da quanto fatto finora per valutare soluzioni alternative.

Di seneci