Da poco in libreria per  VandA.edizioni Parlami d’Amore, le parole e i silenzi per dirlo, il nuovo libro Giovanna M. Gatti è medico psicoterapeuta e scrittrice. Con lo pseudonimo di MariaGiovanna Luini è autrice di numerosi libri tra cui La Via della cura e Il Grande Lucernario e Parla come ami editi da Mondadori.

Visiti, ascolti, scrivi, formi, registri podcast, approfondisci sempre… quale il tuo canale preferito?

La scrittura è un bisogno naturale, mi solleva da ogni pensiero e preoccupazione: amo scrivere da quando avevo tre anni. Libri, articoli, post nei miei blog, riflessioni… Ma credo di essere nata anche per parlare alla gente usando la mia voce. I teatri sono la dimensione che adoro: essere in un teatro e interagire con le persone che ascoltano e chiedono, testimoniano e contribuiscono. Il mio sogno è potere parlare con tantissima gente nei teatri: è un sogno che già si realizza abbastanza spesso, mi dona un’energia vitale pazzesca e risana da ogni disagio. Si crea un’egregora , un’energia curativa che stimola la fiamma vitale. Il podcast Terapie Olistiche è stato una proposta della mia amica Viky Manaila, che ho accolto e apprezzo ogni giorno di più: so che moltissima gente lo segue e sono grata per questo. Preparo ogni puntata in modo meticoloso e trovo gli spunti dagli incontri che ho nella vita professionale e personale, dando anche la parola a persone che portano luce e riflessioni positive alla gente. Mi appassiona: so che le meditazioni guidate e i pezzi sulla psicosomatica sono ascoltati da migliaia di utenti, e ringrazio di cuore per questo.

Credo che la comunicazione sia la forma di cura che ho sempre cercato, nata con me. La parola, in ogni sua forma.

Ti occupi anche di formazione quando hai sentito questa vocazione? Quali percorsi proponi? A chi sono rivolti?

Parlare alla gente è una caratteristica innata, potentissima. È un bisogno che uno dei miei maestri, Alejandro Jodorowsky, riconobbe in me all’istante. Insegnare, aiutare le persone (in particolare le donne) a vedersi e ritrovarsi, a tirare fuori i propri talenti e ad amarsi: credo di essere nata anche per questo. Organizzo seminari sulla leadership femminile e sulla scoperta di sé, sulle emozioni e sui blocchi e i potenziamenti possibili per progredire nella vita professionale. In particolare, mi gratifica molto sapere che i miei seminari sulla leadership siano considerati unici e differenti rispetto alla media delle esperienze analoghe: conoscere le emozioni e usare le tecniche più efficaci per esplorare l’inconscio, non limitandosi a imparare nozioni da incollarsi nella mente e usare al bisogno, fa sì che la leadership sia solida e pronta a resistere alle peggiori crisi. Le emozioni fanno lo sgambetto, se non sappiamo come entrare nel nostro misterioso inconscio. 

Nella tua pratica clinica trova spazio anche la medicina integrata, quando ne hai avvertito la necessità?

Difficile dirlo. Ho sempre sentito che la medicina sia qualcosa di molto ampio e globale e che sia stupido settorializzare troppo escludendo rimedi che da secoli dimostrano la propria efficacia. Prendersi cura delle persone e di se stesse/i significa aprire e scrutare, fare emergere risorse e risposte uniche per ritrovare un equilibrio. Uso molto il “tocco che cura”, avendo approfondito Reiki e Reconnective Healing, ma anche la floriterapia e la medicina di Ildegarda da Bingen. Credo che ogni persona manifesti i propri disagi in molti modi, con un linguaggio visuale e simbolico potente: cogliere ciò che arriva e riconvertire in strumenti di cura sono i passaggi essenziali. Uno degli approcci più forti nella cura è afro-americano: lo Spirito esiste ancora in questi rimedi, in questa cultura, e agisce con un’energia vibratoria notevole. La saggezza di altre culture e di altre epoche non andrebbe mai sminuita o dimenticata: la scienza e la medicina sono cicliche, ritornano sempre a un nucleo condiviso unico e uguale, che differisce solo per i termini che si usano nel definirlo.

Per restare vicini a noi, sappiamo che la natura ha il potere di curare: lo sa il nostro cuore, lo sa l’istinto, lo sanno le tradizioni. Si tratta di integrare senza separare, di studiare il modo migliore per fare coesistere tutte le cure possibili senza che si mettano a litigare tra loro o si annullino a vicenda.

Da professionista attenta sperimenti, ricerchi, studi e sulla tua strada si è affacciata anche Santa Ildegarda com’è stato questo incontro, cosa ti ha lasciato?

Mi sono iscritta al Master sulla medicina Ildegardiana, tanto per non perdere l’abitudine a studiare. Ildegarda è lo spirito che mi guida, l’ispirazione, la voce profonda che suggerisce e sorregge: ho parlato del nostro riconoscimento reciproco nella prefazione del libro “Perché ci sia Luce” di Alessandro Stani (Mondadori), ma so che la voce di Ildegarda è sempre stata con me e ha atteso il momento giusto perché io potessi iniziare a comprendere come ascoltarla.

Da poco è uscito Parlami d’amore, le parole e i silenzi per dirlo in cui abbandoni lo pseudonimo a favore del tuo nome completo come mai?

Mi chiamo Giovanna Maria Gatti, e il cognome da sposata è Luini. Amo tutti questi nomi e per anni ho firmato i miei libri con MariaGiovanna Luini. Poi ho capito che lavorando con le donne e cooperando con loro per l’emergere dell’energia femminile nella sua essenza devo e voglio mostrarmi con il mio cognome di nascita. Sono molo fiera del cognome Luini perché è quello di Alberto, un uomo che stimo più di chiunque altro e l’uomo della mia vita, però ho deciso di adottare il cognome Gatti per dire alle donne che incontro che andiamo bene così, non abbiamo bisogno di farci riconoscere per il matrimonio che abbiamo. Sarò sempre anche Luini, qualunque cosa accada, ma nella dimensione di donna e terapeuta, comunicatrice dedicata principalmente alle donne, voglio incarnare la preziosità di ciò che si è, nella nuda forma nativa. C’è chi mi appoggia moltissimo e chi no: in particolare, gli editori e le editrici paiono perplessi perché temono che il nome non sia riconosciuto e calino le vendite. Sinceramente penso che valga la pena insistere: so che le donne capiranno. E anche molti uomini.

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