Sono questi e molti altri ancora gli aggettivi che di primo acchito mi vengono alla mente per fotografare il suono potente, digitale, rock, urbano di BETA LIBRE, all’anagrafe Benedetta Gaggioli. Si intitola “Winter Circle” il suo esordio ufficiale che noi sottolineiamo volentieri, lavoro che valorizza a pieno il mix e la ricerca vocale (artista che nasce come cantante lirica), tracce che si snodano dentro oscure profezie futuristiche e che tanto potere visionario promettono sin dal video ufficiale del singolo “Decadence”. Interessante l’intervista che segue…

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Un disco invernale in tutto e per tutto nonostante il caldo di questo periodo… che rapporto hai con il freddo? E qui non mi riferisco solo alle temperature meteorologiche… ovviamente…
In realtà io faccio molta fatica a sopportare l’inverno e il freddo. Aspetto con ansia la primavera e la sensazione di rinascita che porta con sè. Però mi piace esplorare le profondità fisiche (come il mare e le grotte) e psicologiche (i nostri angoli più oscuri e remoti) e di solito le profondità, ciò che è lontano dalla superficie visibile, sono fredde e fanno venire un po’ di brividi. Quindi direi che ho bisogno di entrambe le situazioni: il calore delle interazioni, della condivisione, dei sorrisi e dell’estate, ma anche i luoghi gelidi e cupi dove c’è spazio per l’introspezione e una libera e solitaria esplorazione.

La trasgressione di certi angoli e di certi risvolti di questo lavoro, in che modo le vivi nella vita quotidiana?
Non credo nella ribellione fine a se stessa, ma ci tengo scegliere in modo consapevole, informato e libero, trovando alcune vie alternative invece di seguire ciecamente la strada principale. La mia emancipazione passa anche dall’espressione sessuale e da quella creativa, infatti ci tengo ad allontanarmi da una prospettiva forzatamente mono ed etero normativa e ad andare verso una concezione dell’amore più vasta e verso un’espressione artistica e personale più autentica e vera. Per questo preferisco avere uno stile di vita flessibile, cucito su misura per il benessere mio e di chi mi circonda e rispettoso degli altri esseri e della terra (ad esempio: sono vegana e antispecista, pansessuale, non binaria, affine all’anarchia relazionale e sono musicalmente indipendente).

Oppure questo disco ti serve per indossare maschere che generalmente non porti?
Questo disco è stato anche un’opportunità per mostrare ruoli ed emozioni che in passato ho preferito nascondere. Ma credo che l’arte sia proprio questo: esplorare le proprie profondità ed esporre le proprie ferite all’aria, per la bellezza della condivisione e per guarire. Creare questo nuovo progetto musicale è stato proprio un modo per spogliarmi: essere finalmente nuda e completa, con tutte le mie sfaccettature imperfette e le maschere che amo indossare, a volte apparentemente contrastanti.

Provieni da studi classici: come arrivi a questi suoni moderni, anzi futuristici?
Da bambina scrivevo canzoni accompagnandomi con la chitarra, poi durante l’adolescenza ho iniziato a studiare canto lirico attratta irrimediabilmente dalla musica di Mozart; dopo il conservatorio ho scoperto la libertà espressiva della musica del ‘600 e di quella contemporanea e poi, durante il periodo della pandemia, ho sentito di nuovo la necessità di scrivere canzoni e mi sono regalata il mio primo sintetizzatore Moog con il quale ho registrato la maggior parte dei brani di questo mio primo album. Immagino che il mio percorso possa apparire insolito, ma per me è tutto parte di un misterioso e spontaneo itinerario di esplorazione musicale, è il frutto della mia irrequietezza e del mio bisogno di esprimermi utilizzando mezzi sempre nuovi. Comunque i suoni futuristici penso derivino strettamente dal mio amore longevo per Bjork e da quello per la fantascienza.

La vita è sempre un cerchio che si chiude?
Dal mio punto di vista è un cerchio perenne, come l’alternanza delle stagioni della natura o il ciclo dell’acqua. Tutto cambia… ma torna sempre in nuove forme. La vita la sento profondamente legata ai ritmi naturali e a questo concetto vicino al buddismo. Cioè tutto ciò che inizia, finisce e lascia il posto a qualcosa di nuovo, si trasforma, evolve, in un circolo eterno imprevedibile ed emozionante che spesso mi confonde e mi stupisce.