Adriano Formoso con il suo nuovo singolo, “Zajal”, offre una composizione intensa e significativa, che celebra l’unione tra culture diverse, in particolare quella italiana e libanese. Il brano crea un ponte immaginario tra Roma e Beirut, trasmettendo un messaggio profondo di pace e fratellanza. Attraverso la sua musica, Formoso invita a riflettere sull’importanza di abbattere le barriere culturali e promuovere il dialogo tra i popoli. “Zajal” richiama la tradizione poetica araba, unendo le persone attraverso la musica e la poesia. Il singolo ha ricevuto grande apprezzamento, incluso quello del console libanese Khalil Mohamad, dimostrando come la musica possa essere un potente strumento di pace in tempi di crisi. Formoso riesce a fondere abilmente elementi poetici e musicali di Oriente e Occidente, creando un suono unico che esprime la sua visione di un mondo più giusto e armonioso. 

Adriano, il tuo nuovo singolo “Zajal” è un inno all’unione tra culture, in particolare tra Roma e Beirut. Cosa ti ha ispirato a creare un brano così profondo e significativo?

La motivazione che mi ha spinto a scrivere, una notte di settembre, questa canzone è radicata in una mia visione della vita, penso che la musica può e deve essere una forza che unisce, che fa eco alle voci di coloro che rifiutano la guerra e ogni forma di violenza. Vorrei che il messaggio di Zajal fosse più potente di un missile. Sarebbe bello se diventasse non solo una canzone ma un manifesto di resistenza morale: è un appello a riconoscere l’umanità comune, a porre fine alle sofferenze e a lavorare insieme per un futuro di pace.

Il titolo “Zajal” richiama una tradizione poetica araba. Qual è il significato di questo termine e come si riflette nel messaggio della tua canzone?

Come avviene in questa tradizione araba che ha origini spagnole per lo stile metrico della composizione, la Zajal o lo Zajal può realizzarsi solo se più persone sono motivate dalla stessa sensibilità e intenzione di interagire attraverso la composizione dove è possibile raccontare e raccontarsi attraverso la gruppalità, la musica e la poesia. Tutto questo è una buona metafora e una testimonianza di unione e pro socialità contrariamente a quello che sta avvenendo tra i paesi in guerra, qualcosa che non possiamo accettare e che dobbiamo fermare con ogni possibilità politica e intellettuale.

La Zajal era anche un modo per stare insieme e condividere i propri vissuti attraverso il canto

Si proprio per questo ho volto far conoscere attraverso il mio essere un cantautore questa realtà storica e culturale. Se gli esseri umani trovassero la saggezza di confrontarsi di più sui loro vissuti e i loro bisogni con un atteggiamento evolutivo, e non attraverso l’odio e la conflittualità, l’antagonismo e il narcisismo, la nostra esistenza sarebbe un’esperienza nobile di fratellanza indipendentemente dalle diverse fedi e tradizioni. Un mondo in cui le differenze arricchiscono come mi piace fare quando compongo. Zajal nasce dalla mia voglia di far suonare musica araba in un incontro fecondo con la mia chitarra acustica e altri strumenti “in una ballata pop-rock alla Formoso” come mi diceva Fabrizio Intra un discografico che aveva cominciato a interessarsi alle mie canzoni quando ero ragazzo ma che purtroppo scomparse prematuramente.

Durante il tuo incontro con il console libanese Khalil Mohamad, hai ricevuto grande apprezzamento per il valore umano e culturale di “Zajal”. Come hai vissuto questo momento e cosa ha rappresentato per te?

Sorprendersi piacevolmente credo che sia uno dei doni più belli nel viaggio di una persona. Questo mi è accaduto quando ho ricevuto l’invito da parte del Console Generale del Libano grazie alla pubblicazione di Zajal. Ho capito quanto la mia canzone possa rappresentare la voce di molte persone contro la barbaria che sta avvenendo nel mondo. Credo che sia il dono più bello che possa ricevere un cantautore nel prendere atto che il suo brano sia una risorsa per gli altri. E’ stato interessante ascoltare il racconto del console Khalil Mohamad, a tratti drammatico essendo appena rientrato da Beirut, soprattutto nel prendere personalmente atto di una realtà che non è filtrata dall’utilizzo politico dei media ma da un uomo che per quanto sia un esponente istituzionale di un paese, mi ha trasmesso la sua umana e legittima preoccupazione per i suoi cari residenti nella prima area di Beirut che è stata aggredita militarmente. Quello che mi ha emozionato di più è stato l’essermi sentito spettatore di noi due, un musulmano e un cattolico che hanno condiviso sentimenti di pace e di fraterna amicizia, di democrazia e di cooperazione contro l’odio e la violenza.

Il Console ha sottolineato l’importanza del tuo lavoro musicale in un periodo difficile per Beirut. In che modo pensi che la musica possa contribuire a costruire ponti e a diffondere messaggi di pace in contesti di crisi?

Come sappiamo la musica ha il potere di evocare emozioni profonde e universali. Una canzone che parla di speranza, amore e solidarietà può unire persone di diverse culture e background, creando un senso di comunità. Beirut è una città che trovo affascinante per la sua caratteristica di avere una popolazione multiculturale dove religioni diverse convivono pacificamente come in una città multietnica europea. Per questo ho cantato l’immagine di un bambino libanese e un bambino italiano abbiano lo stesso diritto di essere tenuti al sicuro, custoditi dagli adulti.

Zajal vuole essere una voce per i senza voce, proprio perché penso che le canzoni possano dare spazio a storie e esperienze di persone che vivono in situazioni di conflitto. Portando alla luce queste narrazioni in cui si favorisce la comprensione e si promuove l’empatia.

Amir Bashir è una figura che citi nel brano, descrivendolo come qualcuno che vede l’Italia come “la casa di chi non ha convinzioni che celan rancori”. Qual è l’importanza di questa figura simbolica nel contesto della canzone?

Documentandomi sulla storia del Libano Bashir è stata una figura politica importante per il suo paese. In varie letture è documentato il suo legame con l’Italia, soprattutto la Toscana. Negli anni ’60 la sua esperienza in Italia abbia influenzato il suo pensiero e il suo stile, e ha anche contribuito a plasmare la sua visione politica. Bashir Gemayel, nome con cui è conosciuto, è il suo legame con la Toscana è spesso citato come un esempio di come le esperienze internazionali possano influenzare le prospettive politiche di una persona. Ecco allora che Zajal vuole aiutarci a riflettere su quanto sia importante la conoscenza delle altre culture e come quello che accade tra i popoli andrebbe sempre osservato attraverso una visione multifattoriale.

La tua musica combina elementi poetici e musicali di Oriente e Occidente. Come hai trovato l’equilibrio tra queste due culture nel processo creativo?

Ho voluto cercare un nuovo sound che mescola elementi di entrambe le tradizioni. Già storicamente, le interazioni tra il mondo arabo e l’Europa, in particolare durante il Medioevo, hanno portato a scambi musicali. Le influenze musicali si sono manifestate attraverso strumenti, scale e melodie, creando un dialogo tra le due tradizioni.

Alcuni strumenti arabi, come l’oud, hanno influenzato la musica italiana, contribuendo a una fusione di stili. Allo stesso modo, strumenti italiani come il mandolino hanno trovato posto in alcune tradizioni musicali arabe.

Qual è il messaggio principale che speri di trasmettere con “Zajal”, specialmente in un periodo in cui le divisioni culturali sembrano essere sempre più accentuate?

Ho composto Zajal per riflettere insieme che l’umanità ha già tante guerre da combattere come la fame, la disuguaglianza sociale, il cambiamento climatico e la deturpazione del pianeta, quindi la necessità assoluta di fermare le aggressioni e l’odio tra i popoli per proteggere al meglio il mistero che ci è stato regalato come la vita umana su un bellissimo pianeta come la Terra.

Il Formoso Therapy Show ritorna al Teatro San Babila di Milano nel 2025. Cosa possono aspettarsi gli spettatori da questa nuova edizione?

Di sentirsi parte di un grande gruppo che divertendosi acquisisce nuovi stimoli per potenziare la propria salute psichica e tante emozioni piacevoli attraverso la musica dal vivo suonata a 432 Hz.

Di seneci